Johanneschussel, femme fatale avanguardista
Titolo:
Testa Recisa di
Giovanni Battista
Autore:
Marco Palmezzano
Anno:
1495
Tecnica:
Olio su Tavola
Dimensioni:
29 x 26 cm

Testa Recisa di
San Giovanni Battista

Titolo:
Johanneschussel,
femme fatale avanguardista
Autore:
Letizia Domenicale
Anno:
2024
Tecnica:
Digital Art
Dimensioni:
794 x 771 pixels
Johanneschussel,
femme fatale avanguardista
La Pinacoteca di Brera ottiene la Testa recisa di San Giovanni Battista solo nel 1811 assieme alla pala di Incoronazione dello stesso autore. Successivamente a causa dei sequestri napoleonici l’opera fu dimenticata per un lungo periodo, Gaetano Giordani nelle sue “Memorie diverse artistiche” fu il primo a riportare in luce il dipinto includendola tra le quattro tavolette di Francesco e Bernardino di Cotignola.
In un periodo precedente agli studi di Jacobsen La testa recisa di Giovanni Battista fu attribuita ai fratelli Zaganelli, mentre Stefano Tumidei nel 1999 avanzò l’idea che L’Incoronazione della Vergine, la Testa di San Giovanni Battista e l’Imbalsamazione di Cristo appartenessero allo stesso complesso, il critico osservò che i francescani osservanti furono un ordine incline a rappresentazioni cruente.
Nonostante ciò non si prese in considerazione l’ipotesi che la tavola fosse l’elemento centrale della predella poiché Flaminio da Parma la ipotizzava su un piedistallo di una colonna come ornamento del primo altare sinistro entrando in chiesa.
La testimonianza di un’altra raffigurazione di Giovanni Battista eseguita da Giovan Francesco Maineri, esposta anch’essa alla Pinacoteca di Brera, suggerisce la possibilità che l’iconografia del santo (molto spesso riprodotta appoggiata su un piatto d’argento su sfondo scuro o di un paesaggio) fosse usualmente destinata a un culto privato in area padana.
Il motivo iconografico della testa recisa su piatto d’argento viene denominato “Johanneschussel”(letteralmente in italiano “ciotola di San Giovanni”), il nome deriva dalla replicata reliquia della testa di San Giovanni portata dai Crociati nel 1206 e attualmente conservata ad Amiens. Si suppone che molti pittori legati all’area lombarda come Solario abbiano ereditato il realismo di questo motivo iconografico da un prototipo leonardesco successivamente perduto.
La forte caratterizzazione pietistica della raffigurazione portò quest’ultima ad essere utilizzata come reliquario dagli ordini, la figura poteva anche avere uso destinato alla meditazione.
La particolarità del dipinto di Palmezzano è senz’altro legata all’assenza del piatto d’argento, questo dettaglio sembra derivare dalla Testa del Battista realizzata da Marco Zoppo o Giovanni Bellini.
“Johanneschussel, femme fatale Avanguardista” è la rielaborazione della tavola tardo quattrocentesca “ Testa Recisa di San Giovanni Battista” di Marco Palmezzano. L’opera d’arte è stata rielaborata utilizzando lo strumento di machine learning applicato alla realizzazione o modifica di immagini.
In questo caso l’intelligenza artificiale è stata messa alla prova circa la sua abilità di reinterpretare oggi un affresco appartenente ad complesso iconografico, biblico e rinascimentale delle raffigurazioni della morte di San Giovanni Battista. Il dipinto originale, inoltre, è esso stesso una prima reinterpretazione dei disegni della reliquia, l’autore infatti decide di non dipingere il notorio piatto d’argento su si poggia la testa recisa.
Nel corso della storia dell’arte furono molteplici le riproduzioni di narrazioni bibliche legate al tema della decapitazione come per esempio Giuditta decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi o Giuditta e Oloferne e Salomè con la testa del Battista di Caravaggio che contestualizzano e spostano l’attenzione sull’esecutrice o mandante del delitto. Per questa ragione i due racconti biblici vengono messi sullo stesso piano come immagine della rivendicazione femminile.
Di conseguenza la “reinterpretazione in chiave moderna” per i motivi sopraelencati viene concepita come “reinterpretazione avanguardista” del dipinto, legata appunto ad una raffigurazione novecentista della decapitazione di San Giovanni. Il secessionista Gustav Klimt nel 1901 riesce abilmente a mettere in opera questo tema con uno dei suoi più grandi capolavori Giuditta I conservato al museo del Belvedere a Vienna.
L’autore fa un passo avanti mettendo in primo piano il volto dell’omicida che ha le fattezze della sua amante, tanto seducente da essere paragonata alla danzatrice Salomè. Il pesante monile sul collo di Giuditta allude al fatto che sia essa stessa la vittima decapitata a discapito di Oloferne che viene rappresentato in basso a destra sotto la mano della donna.
Il concetto di replica evocativa intrinseco nel significato di arte avanguardista e la figura della femme fatale vendicatrice del potere maschile persecutore sono le basi con cui, tramite lo strumento dell’AI, è stata reinterpretata l’opera d’arte. In questo caso, a differenza del dipinto di Klimt, il focus è sul volto di Giovanni Battista come Oloferne che giace sul ventre di Giuditta in un eterno riposo. L’esiguo rigolo di sangue che sgorga dalla testa mozzata del dipinto originale diventano ciuffi di capelli sul collo del santo. La morte di San Giovanni, come i volti delle omicide sopracitate, non viene rappresentata in modo cruento attraverso l’immagine della decapitazione ma in modo subdolo (come i riferimenti degli avanguardisti) come vera vittima sotto la mano della sua esecutrice.
Prompt
Dreamstudio:
Reimagine Marco Palmezzano "Testa recisa di San Giovanni Battista" head panting laying on a woman stomach adding a female hand touching his hair.
Photoshop AI:
AI generation defect adjustment
Rassegna stampa
In occasione della nuova apertura a dicembre della Grande Brera a Palazzo Citterio, a pochi passi dalla storica pinacoteca viene inaugurata la mostra “LANUOVABRERA-AI-GENERATED” in collaborazione con il Politecnico di Milano.
All’interno della mostra si potranno trovare nuove reinterpretazioni della vasta collezione dei capolavori artistici della pinacoteca.
Non a caso è stata scelta la galleria milanese contenente una delle più celebri raccolte in Italia di pittura, l’esposizione vuole essere una provocazione che mette a confronto il lavoro di celebri pittori veneti, lombardi e di altre scuole con il grande mostro del machine learning.
“Johanneschussel, femme fatale Avanguardista” è una delle opere esposte che si fa carico di restituire la reinterpretazione della Testa recisa di San Giovanni Battista del 1495 di Marco Palmezzano.
La nuova immagine in digital art è la meta-reinterpretazione di un dipinto figlio di un’iconografia riprodotta nel corso dei secoli della testa del santo. Quest’ultima infatti (icona sul tema della decapitazione) è stata reinventata spostando il focus del binomio vittima-omicida molte volte nel corso della storia dell’arte, tra gli esempi più noti abbiamo Giuditta decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi o Giuditta e Oloferne e Salomè con la testa del Battista di Caravaggio. Anche il secessionista Gustav Klimt ripropone il tema sostituendo a livello semantico la figura della donna carnefice a vittima dell’uomo predatore.
“Johanneschussel, femme fatale avanguardista” abbraccia la reinterpretazione secessionista scartando la cruda rappresentazione della decapitazione ma inserendo una velata allusione della morte di San Giovanni dormiente che risulta essere la vera vittima sotto la mano della sua carnefice.

Merchandising

Poster

Tote bag

Spille
